Yoshiyuki Tomino & Gundam: intervista all’autore Jacopo Mistè

Yoshiyuki Tomino & Gundam: intervista all’autore Jacopo Mistè

Sulle pagine di Akiba Gamers qualche giorno fa ho avuto modo di parlarvi con una recensione di Yoshiyuki Tomino & Gundam: il grande affresco animato dello Universal Century, il libro scritto da Jacopo Mistè e dedicato al nostro amato mobile suit bianco. Si tratta di un saggio che spiega gli eventi canonici dello Universal Century in maniera dettagliata, fornendo ulteriori dettagli e curiosità sulla produzione delle serie animate, dei romanzi e di tutte le opere collaterali, canoniche e non. Si parte dalla Prima Serie per arrivare a G-Saviour, e con il prossimo volume si ripartirà con Turn A Gundam, per arrivare, con la fine del terzo, se le vendite andranno bene, a coprire l’intera produzione animata del calendario dell’Era Spaziale.

Dato che recensirlo una seconda volta su queste pagine non aveva molto senso, ho deciso di intervistare l’autore: di seguito trovate la mia intervista a Jacopo Mistè, autore di Yoshiyuki Tomino & Gundam. Buona lettura!


Com’è nata l’idea di scrivere un libro su Gundam? Perché proprio Tomino al centro di tutto, assieme allo Universal Century? Parlaci, se vuoi, del processo creativo dell’opera.

La scelta era tra Yoshiyuki Tomino e Ryōsuke Takahashi, due registi che amo, entrambi protagonisti di quel meraviglioso decennio di capolavori di fantascienza autoriale Sunrise che furono gli anni Ottanta. Dopo il successo di Guida ai super e real robot volevo realizzare una nuova opera che fosse unica in tutto l’occidente, su un argomento mai coperto da nessuno. Saggistica su Miyazaki, Oshii, Anno, Ōtomo e i soliti noti la si trova ovunque (specie nel mercato americano), ma su Tomino, Gundam e Takahashi c’è davvero pochissimo, se non il nulla. Nonostante quei due registi godano di un blasone enorme in madrepatria. Tomino soprattutto è stimato/venerato da quasi tutti i più importanti BIG dell’animazione giapponese amati dal fandom occidentale (Miyazaki, Takahata, Anno, Oshii, Urobuchi), è incredibile questo disinteresse.

Preso atto del fatto che le opere di Takahashi sono davvero troppo di nicchia per avere un minimo riscontro commerciale in Italia (niente di lui ci è arrivato se non la serie televisiva Cyborg 009 del 1979, comunque per nulla rappresentativa della sua poetica), la scelta finale è stata inevitabilmente Gundam e Tomino. Perché proprio lo Universal Century? Perché è il periodo storico più iconico e importante della linea temporale gundamica, non si può non partire da lì.

La seconda decisione importante è stata quella di prima scrivere il libro, poi cercare un editore. Questo per evitare di ripetere quello che è successo con il mio precedente saggio, che ha avuto una gestazione infernale nel riuscire a rispettare la data di consegna stipulata nel contratto che firmai nel 2017. Scritto in fretta e furia in sei mesi e questo si è riflettuto in un risultato finale buono ma non ottimale, con tanti (troppi) refusi ed errorini qua e là di disattenzione per il mancato tempo di rileggere e ricontrollare a dovere.

Ho deciso per questo motivo che Yoshiyuki Tomino & Gundam lo avrei scritto con i miei tempi, prendendomela comoda quanto volessi. Succedeva così che magari tra un capitolo e l’altro mi prendevo un mese sabbatico per rilassarmi e giocare a qualche videogioco, magari bello lungo (ciao Persona 5 Royal) prima di passare a scrivere quello successivo. E magari rileggessi infinite volte i capitoli scritti in precedenza alla ricerca della loro forma definitiva, trovando pure il tempo e il lusso di farli ri-rileggere a loro volta ai ben cinque beta reader che mi hanno aiutato. Per questo motivo sono finito con l’impiegare circa due anni e mezzo a scrivere Yoshiyuki Tomino & Gundam.

Alla fine di tutti gli sforzi, dopo qualche sonoro rifiuto da parte di alcune case editrici, grazie all’aiuto di Alessandro Falciatore di AnimeClick.it ho fatto la conoscenza di Adriano Forgione di XPublishing. Trovando finalmente il mio editore.

Come ho detto tante volte, scrivendo Yoshiyuki Tomino & Gundam ho provato a immaginare cosa avrebbe voluto trovarci dentro il fan più sfegatato della serie, quello che vuole sapere davvero tutto sulla narrativa e la continuity della saga. Dal momento che io per primo sono maniacalmente fissato con la continuity nei fumetti (sono un divoratore compulsivo di albi Bonelli, DC Comics e di Star Wars) ho scritto il saggio focalizzandomi proprio su questo aspetto.

Parlaci un po’ dei riassunti. Qual è il tuo modus operandi?

Una lunga premessa. Come buona parte dei fan di Gundam, ho visto tutte le serie e ricordo bene se mi sono piaciute o meno. Ma alla domanda di discutere di singole scelte di sceneggiatura di una qualsiasi di queste opere, chiaramente ricordo ben poco per poterne parlare in dettaglio. Anche perché le storie gundamiche spesso hanno trame molto articolate e imponenti worldbuilding che a fine visione si finisce inevitabilmente col dimenticare.

Ho voluto scrivere questi riassunti così assurdamente dettagliati per due motivi. Il primo, banalmente, è perché nelle mie analisi, quando discuto elementi e scelte di trama, questi ultimi devono essere ben chiari al lettore. E quindi è indispensabile che lui per primo li ritrovi nella sinossi, per contestualizzare l’analisi.

Il secondo motivo, più vicino anche alla mia sfera personale, è che ho voluto imprimere su carta questi riassunti affinché le storie degli anime non vengano mai dimenticate, siano sempre facilmente cosultabili e richiamabili alla memoria. Voglio che il lettore nostalgico che non ha tempo per riguardarsi una serie di Gundam che ha adorato e di cui ricordi poco, se la ricordi sommariamente con i miei riassunti, riassaporandone durante la lettura immagini, emozioni o flash visivi. Per questo motivo i riassunti sono COSÌ dettagliati.

Dò per scontato che chi acquista il libro sia un appassionato di Gundam che ha già visto le serie trattate. Chiaramente non mi rivolgo ai profani. Sempre per questo motivo mi auguro che chi non abbia visto tutte le opere U.C. che ho analizzato magari eviti di spoilerarsi i riassuntoni di quelle che gli mancano.

Esaurita la premessa, il modus operandi per queste sinossi è sempre lo stesso. Mi sono rivisto l’intera serie animata da cima a fondo, scrivendo per ogni singolo episodio un riassunto. E raggiunta la conclusione ho messo tutto insieme. Tutto molto facile nelle prime serie, articolate ma abbastanza lineari nello storytelling. Mi guardavo anche cinque episodi al giorno senza problemi. Un vero e proprio incubo V Gundam e Turn A Gundam, dal momento che sono opere con worldbuilding disumani e milioni di personaggi che fanno contemporaneamente milioni di cose diverse. Solo per riguardare Turn A Gundam e scriverne la sintesi ho impiegato sei mesi di vita. Sei mesi! Mi guardavo con grande sforzo un solo episodio a giornata, impiegando comunque anche fino a due ore per farne un sunto!!

La mia ambizione della “continuity definitiva” ha imposto che integrassi in ogni riassunto tutte le fondamentali informazioni di setting e di approfondimento narrativo mancanti negli anime. Questo perché Gundam è una saga multimediale in cui gli anime si focalizano solo sulle storie tralasciando di trattare i worldbuilding che servono a capirle bene, relegati sempre su materiali extra. A volte negli anime gli sceneggiatori si dimenticano pure per strada personaggi o sottotrame, contando di recuperarli successivamente trattandoli in altri media!

Dal momento che i miei riassunti volevano essere “definitivi” e permettere di capire al 100% le vicende narrate degli anime, ho speso tantissimo tempo a cercare queste informazioni extra anime. Ho comprato e letto i romanzi della prima serie (edizione inglese, perché quella italiana del tempo era pessima, priva di editing), quelli di G-Saviour, ricomprato (dopo averli venduti secoli fa!) molti fumetti di Gundam editi da Panini e Star Comics, cercato riassunti amatoriali americani di romanzi gundamici mai pubblicati in occidente, e cercato nei meandri della rete tutte le traduzioni (da parte di Mark Simmons, di Zeonic, di Cristian Giorgi) di articoli giapponesi che svelano questi dettagli. O informazioni sulle più disparate pagine di Wikipedia giapponesi (sempre e solo a patto che specificassero la fonte di provenienza delle informazioni).

Menzione a parte per Gundam 0083: una miniserie animata scritta così male, ma così male, che a guardare l’anime non si capisce quasi niente da ciò che viene detto e mostrato. Pure i materiali integrativi ufficiali sono discordanti tra di loro sulle finalità dell’Operazione Stardust, i piani dei Titans, i piani di Cima, etc. Alla fine mi sarei trovato con un riassunto davvero poco chiaro se non fosse uscito in Italia il manga Gundam 0083 Rebellion, supervisionato dallo stesso creatore di quella serie, che finalmente spiega adeguatamente tutte le zone d’ombra di quella storia. Quel manga ha salvato il capitolo 7.

Poi c’è da fare un altro discorso: come si sa, la continuity gundamica è ballerina. Bisogna scegliere fin da subito se seguire quella di Sunrise o di Bandai. La prima, semplificando in modo estremo e non tenendo conto di alcune eccezioni, ritiene canonici tutti gli anime nonché le sole storie e i soli dettagli di setting che appaiono in materiale supervisionato da lei stessa. Il resto per Sunrise non esiste e ricade, volendo semplificare in modo generalista, nella continuity Bandai (ossia anime + tutte le opere extra che non li sconfessano).

Peccato che Sunrise stessa non sia nuova a contraddirsi. Ad esempio con l’adattamento dei sei OVA di THE ORIGIN. Prima di loro, la regola, detta da un pezzo grosso dell’azienda stessa, era che TUTTI gli anime sono SEMPRE canonici. Nel caso si contraddicono, prevale a livello di continuity l’ultimo arrivato (esempio celebre il finale di Z Gundam, sconfessato dai successivi film di A New Translation e riconfermato nuovamente dall’ancora più successivo Unicorn).

Di Origin avevo un vago ricordo del manga, non ricordavo quanto riscrivesse in modo radicale il setting storico della saga. Quando ho visto l’anime mi sono messo le mani sui capelli. Il mio pensiero è stato “adesso prevale lui a livello di continuity, mi tocca riscrivere tutto il setting dell’U.C. pre-Guerra di Un Anno!! Yas merda!!”. Ho perso numerose ore ad aggiornare tutto. Ponendomi anche domande prive di risposta, tipo: “In THE ORIGIN manga Side 4 non viene distrutta nella guerra quindi gli avvenimenti di Z, ZZ e anche F91 non possono avvenire, come devo comportarmi in quei riassunti?” (risposta: nell’anime non viene detto, quindi vale quello e non il manga!).

Poi, a tipo un mese dalla consegna definitiva a XPublishing, per puro caso apprendo sulla Wiki giapponese che in concomitanza con la proiezione nei cinema di Gundam Narrative, Sunrise ha consegnato un opuscoletto agli spettatori contenente una cronologia degli avvenimenti principali dello Universal Century. E in esso non solo THE ORIGIN, ma anche Thunderbolt sono stati vistosamente sconfessati e relegati a una “Another U.C.”!! Bestemmie a non finire e altre ore a far tornare tutto alla prima versione, nonché eliminare i riferimenti di continuity a Thunderbolt nelle varie analisi di Z e V Gundam.

Insomma un incubo. Divertente e appagante, ma un incubo. Sono comunque estremamente soddisfatto del risultato finale. Anche se capisco bene la gentile critica di un mio lettore: alla mia richiesta specifica di cosa non gli fosse piaciuto, ha detto che alcuni riassunti sono davvero eccessivamente dettagliati. Così fissati su dettagli minuziosi da appesantire la lettura.

Non mi è possibile accontentare tutti: inizialmente pensavo a sinossi enormemente più stringate di massimo 2/3 pagine per serie, ma alla fine questo non si sarebbe conciliato con la vocazione di vademecum “definitivi” che volevo dare loro. In compenso mi ha ringraziato per il riassunto de Il contrattacco di Char, con cui gli ho finalmente reso chiaro quello che succede in quel film. Questo mi ha reso felice.

Così come mi rende felice sapere che sarà grazie a me e ai miei riassunti che i fan sapranno dove salta fuori Sayla in Gundam ZZ e cosa la lega a Leina. O perché Char diventa uno stronzo genocida ne Il contrattacco di Char. O tutto il discorso di come gli Psycommu influenzino, di conflitto in conflitto, l’evoluzione tecnologica degli eserciti, con carcasse di mobile suit nemici spesso rinvenute da altre fazioni che ne estraggono lo Psycommu mediante reverse engineering e usano la tecnologia per evolvere le loro stesse armi. Tutte cose in cui negli anime non ci facciamo caso, ma hanno tantissimi approfondimenti negli appositi manuali e nei GUNPLA. Tutte queste cose si trovano sui materiali extra anime giapponesi e solo Yoshiyuki Tomino & Gundam le rivela ai fan occidentali.

Le curiosità dopo i riassunti nei vari capitoli sono le cose che ho amato di più del libro. Sapere come sono andate le cose, come sarebbero potute andare, com’era diverso il concept originale del regista e tante altre. È stato difficile reperire queste informazioni? Raccontaci com’è andata.

La risposta precedente vale anche per questa. Le fonti quelle sono. Quindi romanzi, fumetti, articoli usciti originariamente su riviste/mook/GUNPLA giapponesi tradotti amatorialmente nel web, i booklet usciti in allegato ai DVD/BD gundamici italiani scritti da Giorgi (che in privato magari me li approfondiva con ulteriori informazioni), il fondamentale testo americano Anime Interviews: The First Five Years of Animerica… La lista è sconfinata.

Da non dimenticare i fantastici articoli su V Gundam pubblicati nel 1993 nella miglior rivista di settore mai pubblicata in Italia: Mangazine! Ho trovato più informazioni e retroscena lì che nei meandri del web.

Non è tanto difficile trovare informazioni (il web è sconfinato e pieno zeppo di retroscena, specie nelle pagine giapponesi), quanto avere abbastanza soldi per comprare saggi o riviste o romanzi su cui a volte neanche sai se troverai qualcosa di fondamentale per i tuoi scopi. Ma sai che devi provarci.

Il fandom americano di Gundam fortunatamente è molto forte (nonostante il suo ostinarsi a seguire leggende metropolitane come quella degli universi alternativi, proprio non riescono a vivere senza il multiverso!) e nei vari forum saltano spesso fuori articoli o curiosità interessantissimi prontamente tradotti dal conoscitore di turno del giapponese.

Nel mio caso, quando trovavo articoli in giapponese potenzialmente interessanti per il libro ma mai tradotti da nessuno, ho sempre usato Google Translate come primo passo per capire se c’era qualcosa di valevole. Sappiamo tutti che è un programma altamente migliorabile, ma delle sue traduzioni cogli tranquillamente almeno il 70% del senso e sai quindi se vale la pena approfondire successivamente con vere traduzioni — da a chiedere a Cristian Giorgi o Dario Rotelli, collaboratori eccezionali.

Ci sono cose che avresti voluto inserire nel libro già pubblicato e che non hai avuto modo di fare per problemi di spazio? Le troveremo nei prossimi volumi o si tratta di idee completamente scartate?

Ho potuto inserire tutto quello che avevo scritto. Tutto fuorché il capitolone di Turn A Gundam, proprio quello che mi ha risucchiato più energia vitale!

È veramente grande (se non ricordo male quasi quanto quello della prima serie, forse addirittura di più) e quindi l’editore mi ha chiesto di toglierlo dal primo volume e inserirlo nel secondo. Sperando che venga pubblicato quest’ultimo!

Com’è nata la tua passione di Gundam? Come l’hai conosciuto e quando ne hai sentito parlare per la prima volta?

Come tanti, associavo Gundam ai robottoni degli anni Settanta e agli schematismi tokusatsu. Non immaginavo che sarebbe più sensato definirlo un anime di fantascienza adulta (almeno, quella U.C.) che di robottoni. È leggendo secoli fa gli elogi della community di Plusnetwork a Gundam SEED che ho deciso di provare questa serie, innamorandomene perdutamente – penso anche sia stato il primo anime che ho visto fansubbato. A quel punto ho recuperato tutte le altre opere gundamiche del passato e, in generale, mi sono buttato su tutte le grandi opere di fantascienza autoriale Sunrise e non, innamorandomi dei vari Ryōsuke Takahashi, Yasuhiro Imagawa, Gorō Taniguchi, Kenji Kamiyama, etc. È grazie a tutte queste fantastiche visioni se ho poi aperto il blog Anime Asteroid per poterne parlare. Anche lì, contando di essere il primo e unico appassionato al tempo a trattare argomenti così di nicchia facendo riferimento a fonti giapponesi e a consulenze di Cristian.

SEED l’ho amato ma il primo Gundam che ho visto e che ho reputato un autentico capolavoro è stata la serie classica, il First Gundam del 1979. L’ho visto per la prima volta come minimo a 22 anni, forse anche meno (la mia recensione su Anime Asteroid è del 2009). Proprio perché così giovane lo reputai fantastico, lo ritengo per questo motivo uno di quegli evergreen che non hanno bisogno di un remake per le nuove generazioni, come Heidi, Conan, La Rosa di Versailles o Lupin III.

Cosa ne pensi della questione pronuncia di “Gundam”? È giusto che gli editori italiani si ostinino a doppiarlo in maniera sbagliata, contribuendo a reiterare l’errore anche con le nuove generazioni di spettatori?

È una questione ridicola che non dovrebbe avere senso di esistere. “Gundam(pronunciato così com’è scritto, ndZ) non si può sentire, è girellite pura che un distributore serio non dovrebbe prendere in considerazione.

Ma fortunatamente le nuove generazioni grazie allo streaming legale si stanno sempre più abituando all’audio giapponese e ai sottotitoli capendo che nessuna voce italiana, per quanto si sforzi, potrà mai rendere l’intensità e soprattutto il timbro di quella originale, quella vera. Del resto lo stesso concetto di doppiaggio, per quello che mi riguarda, non dovrebbe esistere proprio e spero che nel corso di un secolo si estingua. Almeno negli anime (nei film non ho le stesse speranze).

Io comunque compro ormai BD solo e unicamente inglesi e americani. Sia perché non voglio sopportare le politiche di girellite, sia perché, realisticamente, nulla di quanto mi interessa arriva più in home video. Gundam da noi è un esperimento morto, almeno per gli anime. Non c’è un mercato adeguato a sostenere serie di cinquanta episodi. Tutti i Gundam che ho visto per scrivere il libro li ho visionati comprando i BD esteri.

Sul fatto che gli editori italiani abbiano in qualche modo rinunciato all’home video è anche a causa delle piattaforme streaming legali come Netflix, Prime Video, ma soprattutto Crunchyroll. Gran parte delle serie di Gundam sono visibili in Italia su queste tre piattaforme, addirittura Netflix ha l’esclusiva di Hathaway avendolo anche doppiato in italiano. Non pensi che, come anche in Giappone, il futuro di Gundam in Italia sia legato alle piattaforme on demand?

È inevitabile che sia così. Nell’home video non ha i numeri per imporsi, solo lo streaming gli permette di sopravvivere e farsi conoscere dalle nuove generazioni. Che comunque sono affascinate dalle serie nuovissime, non dalle più belle, ossia quelle classiche e autoriali degli anni Ottanta e Novanta. Gundam a meno di un miracolo (e dubito quel miracolo sarà il live action ad alto budget di Netflix) non diventerà mai un prodotto mainstream . Rimarrà eternamente confinato nella sua nicchia di quattro gatti che lo vedono e che inutilmente chiede ogni anno a Cavazzoni a Lucca l’Ottavo Plotone MS in BD! Purtroppo ai fan italiani non è proprio andata bene, beati gli americani!

Trovo divertente la similitudine fra la trilogia dei film originali di Tomino e la tua trilogia di saggi: entrambi completi solo in caso di risultati positivi. Cosa possiamo aspettarci di trovare nei prossimi libri?

Il secondo saggio sarà sensibilmente più piccolo del primo. Andrà da Turn A Gundam a Unicorn, quindi solo cinque capitoli (insieme a loro vi sono i due MS IGLOO e Ring of Gundam). È già quasi pronto, mi manca solo il capitolo di Unicorn. Ma prima attendo che l’editore mi dia l’OK.

Turn A è davvero massiccio e penso che anche Unicorn lo sarà, quindi a più di centocinquanta pagine dovremmo arrivarci senza problema. Il terzo tomo invece chissà, potrebbe arrivare a Narrative o anche spingersi fino a L’isola di Cucuruz Doan. Dipenderà dall’anno in cui vorrà farlo uscire l’editore (SE vorrà farlo uscire!), e se nel frattempo si sarà conclusa la benedetta trilogia cinematografica di Hathaway (dal momento che come capitolo deve uscire per forza prima di quello di Cucuruz Doan).

Sia quello che sia, per me l’importante è che esca il secondo. Con quello c’è tutto il Gundam autoriale e artistico che per me conta. Il terzo può uscire come no (speriamo di sì chiaramente!).

Ovviamente ti auguro di riuscire a completare la trilogia, ma anche di avere la possiiblità di veder tradotto il tuo libro anche in inglese e in altre lingue straniere, in modo che il tuo lavoro venga riconosciuto anche all’estero. Come reagiresti alla notizia che un distributore straniero sia interessato a pubblicare la tua opera in altre parti del mondo?

Beh sarebbe difficile venire a saperlo all’improvviso, dal momento che sarò io a contattare le case editrici statunitensi proponendogli di pubblicarlo! Ovviamente se la cosa andrò in porto sarò felicissimo: chissà quanti soldi arriverebbero!! La nicchia americana di appassionati di Gundam è enormemente più grande della nicchia italiana! In Italia mi aspetto di vendere decentemente ma senza esagerare, qualcosina in più delle 400 copie di Guida ai super e real robot. Forse 600 o giù di lì. Ma in America? Dove non c’è alcun saggio gundamico ma c’è una community fortissima e sono arrivati tutti gli anime in home video? Non riesco neanche a immaginare il potenziale economico di quel mercato.

Chiaramente ho insistito molto con l’editore sulla questione che intendo proporre l’opera anche a editori esteri. Mia madre è madrelingua canadese e si è già offerta di tradurre una decina di pagine di Yoshiyuki Tomino & Gundam da usare come promo da inviare alle varie case editrici. Speriamo vada tutto bene.

Cosa ne pensi delle serie ambientate nelle altre epoche storiche? Ce ne sono alcune che porti nel cuore e di cui ti sarebbe piaciuto parlare in questa collana? Possiamo aspettarci, in futuro, anche libri dedicati alle serie non ambientate nell’Era Spaziale e non dirette da Tomino?

In generale, molte di esse le ho viste una sola volta e moltissimi anni fa, quindi posso solo parlare per ricordi. Quelle che ho visto più volte e che ricordo bene, o che sono talmente recenti che ancora le rimembro, sono G Gundam, SEED, SEED DESTINY e IRON-BLOODED ORPHANS. Tutti titoli che ho adorato, a parte DESTINY (storia nel complesso bella ma piena di cazzate terribili che le fanno raggiungere a malapena la sufficienza).

Di Gundam 00 ricordo poco se non che mi era piaciuto, ma chissà rivederlo… X ha una storia buona ma in generale è scritto male, con personaggi insignificanti e uno storytelling noiosissimo. In fondo alla lista ci sono le atroci Wing e AGE, così trash e involontariamente comiche che non vale la pena spenderci altre righe. La strega di Mercurio boh: prima stagione non mi è molto piaciuta, questa seconda all’improvviso ha ingranato. Chissà come si evolverà.

Per rispondere alla tua domanda: l’intenzione di parlare dei Gundam delle altre epoche storiche chiaramente c’è. Come quella di parlare delle maledette opere di Takahashi (capire il come però, magari in un best of delle opere di fantascienza, chi lo sa). E delle opere di Tomino non gundamiche. O anche realizzare un bel saggio sulla saga di Hokuto no Ken. O di Resident Evil.

Idee ne ho, ma tutto dipenderà dalle vendite di Yoshiyuki Tomino & Gundam, dalla disponibilità dell’editore e da quanto rimane da vivere a questo corpo stanco e vecchio. Chiaramente c’è poi il sogno di un mecenate che mi paghi per scrivere otto ore al giorno invece di lavorare normalmente, ma chiaro, questi sono sogni… Realisticamente non so dove potrò arrivare.

Solitamente tutti gli appassionati di Gundam amano collezionare model kit o figure dei propri mecha o personaggi preferiti. Come hai fatto a tenerti alla larga dai GUNPLA fino a questo momento? Non apprezzi il design dei mobile suit all’interno delle serie tanto da voler collezionare i tuoi preferiti o c’è altro sotto di cui non hai mai voluto parlare?

Niente di particolare. Amo il mecha design in generale, gundamico e non (amo alla follia ad esempio anche i Mortar Headd/Gothicmade di Five Star Stories e gli AT Scopedog di VOTOMS). Posseggo anche il mook MS Illustrations 2013 per dirne una. Ma non sento la necessità di spendere ingenti quantità di soldi in modellini che so che non costruirei mai, perché non ho il tempo materiale di farlo, perché non ho la pazienza, perché già spendo troppi soldi in fumetti, libri, videogiochi e CD musicali. Tutta una questione di priorità.

Forse inconsciamente non riesco ad accettare il fatto che Gundam vanti opere animate dal valore artistico elevatissimo (quasi tutte quelle dirette da Tomino) ma che alla fine il 90% dei cosidetti fan le ami o le disprezzi guardando unicamente ai mecha e ai GUNPLA, piuttosto che alla caratura intellettuale.

Pensi che Gundam continuerà ad avere successo per sempre, almeno in Giappone? Come cambieranno le cose dopo che persone come Tomino e Yasuhiko non saranno più parte di questo mondo?

Dopo che Tomino non ci sarà più i fan di THE ORIGIN avranno finalmente l’adattamento animato completo che hanno sempre sognato.

Per il resto la situazione non penso cambierà particolarmente. Bandai e Sunrise continueranno a creare in TV altre epoche storiche animate per formare nuove generazioni di acquirenti di GUNPLA, al contempo realizzando nel cinema o nell’home video opere animate U.C. per la vecchia guardia. Non ho idea di cosa succederà quanto i vecchi fan dell’U.C. moriranno, se ci sarà un ricambio generazionale di appassionati dell’Era Spaziale o se questa sparirà definitivamente. Questa cosa si lega anche alla tua domanda se Gundam andrà avanti all’infinito: la saga proseguirà finché ci saranno acquirenti di GUNPLA.

Da quanto mi sembra di capire, Bandai sta cercando di rendere reale quanto narrato nelle varie serie animate di Gundam Build Fighters e Build Divers. Con il lancio del metaverso sarà possibile scansionare i propri GUNPLA e inserirli in uno spazio virtuale dove i fan di Gundam di tutto il mondo saranno interconnessi e secondo me il passo successivo saranno le stesse GUNPLA Battle viste negli anime succitati. Che Gundam possa diventare anche uno degli MMORPG più giocati al mondo e contribuire ulteriormente alla popolarità del brand?

È una possibilità più che concreta. Anzi direi che è altamente possibile che sdogani ancora di più alle masse e al mondo pop i GUNPLA. Cosa che francamente mi fa orrore, perché Gundam diventerà ancora più di prima sinonimo di model kit e le esigenze di crearne sempre di più soffocherà ulteriormente la libertà creativa degli staff degli anime. Rimango dell’opinione che quando Tomino morirà sarà davvero la fine di Gundam nella sua eccezione storica, quella migliore, quella che vede i robot come elementi accessori delle storie e non il contrario.

Mi sono emozionato tantissimo la prima volta che mi sono ritrovato a Tokyo davanti alla statua dell’RX-78-2 ed è un ricordo che custodisco gelosamente nel cuore. Così come mi sono emozionato la prima volta che ho visto Gundam al cinema in Italia, col primo episodio di THE ORIGIN. Qual è invece il tuo ricordo più prezioso legato alla saga? Raccontaci le tue esperienze.

L’intera stesura del libro è il ricordo più prezioso che mi porterò per tutta la vita di Gundam.

L’aver potuto rivedere tutti gli anime gundamici visionati in adolescenza con un approccio più adulto, critico e consapevole, riscoprendo con ancora più forza quanto siano narrativamente potenti e cinematografici. E aver capito molto più di ieri di quanto Tomino sia davvero un intellettuale unico nel panorama dell’animazione giapponse, con i suoi classici personaggi che parlano come farebbero nella vita reale, dando tutto per scontato, con informazioni brevi e coincise straripanti di sottesti e salti logici che, a ragionarci attentamente, ti fanno recepire le relazioni tra gli attori e l’imponente worldbuilding di contorno. Il contrattacco di Char ad esempio è un film potentissimo: ma il suo vero valore lo si coglie facendo attenzione maniacale alle sfumature dei dialoghi di Amuro e Char. A guardarlo distrattamente è una pellicola insignificante.

Poter “fissare” tutti questi riassunti, queste informazioni e, in ultima istanza, queste emozioni nel libro è stato un piacere ineguagliabile. Come quello di poter redigere la “continuity definitiva“.

Questo per molto tempo sarà il testo di riferimento di Gundam e Tomino in occidente, ne sono certo e orgoglioso. Sono felice di aver dato il mio personale contributo a sdoganare ancora una volta la forza artistica ed espressiva degli anime. Di aver fatto conoscere ai fan quella gemma totalmente sconosciuta che si chiama Gaia Gear. Di aver reso pubblico il soggetto “serio” di Gundam ZZ (se fosse stato trasposto… forse avremmo avuto un terzo capolavoro dopo le prime due serie).

Nonché, anzi soprattutto, di aver dato ulteriore importanza alla vita del povero Cristian, morto portandosi con sè la sua sconfinata cultura anime/manga senza averci lasciato in eredità alcuna pubblicazione. Grazie alle sue consulenze e supervisioni questo libro ha potuto vedere la luce, esattamente come il precedente Guida ai super e real robot, e questo ricorderà alle persone la sua importanza in questo mondo.

Mi spiace di non essere stato un fan come lui delle opere GAINAX e macrossiane e di non averlo potuto sfruttare per un saggio anche su di loro. Ma di sicuro la sua cultura su Gundam è stata fondamentale e non è andata sprecata.

Una seconda, ultima esperienza gundamica che ricordo con gran piacere è l’urlo di gioia che ho tirato quando Massimiliano Ciotola annunciò nel 2019 Crossbone Gundam per GOEN. Manga che pensavo fosse impubblicabile in Italia, anche solo per i disegni orribili. L’avevo adorato leggendolo in scans ma mi ero messo il cuore in pace che non sarebbe mai giunto, avevo pure smesso di chiederlo alle case editrici. E invece… Questo, Karakuri Circus e La canzone di Apollo sono i regali più belli che mi ha fatto Max nella sua gestione e non finirò mai di ringraziarlo per loro!


Ringraziamo Jacopo per il tempo che ci ha concesso e rinnoviamo l’invito a porgli altre domande qui nei commenti, saremo felice di potervi dare una risposta.

Potete trovare “Yoshiyuki Tomino & Gundam: il grande affresco animato dello Universal Centuryonline e presso le vostre fumetterie di fiducia. Se volete saperne di più trovate la mia recensione del libro a questo link. Compratelo per supportare la pubblicazione dei due volumi che completeranno la collana!

2 risposte

  1. Avatar sandro giorgi
    sandro giorgi

    sono il padre di Cristian provo immesso piacere nel leggere gli elogi sulle conoscenze di mio figlio del mondo dei maga
    grazie che lo hai ricordato

  2. Avatar Jacopo
    Jacopo

    Buongiorno sig. Giorgi,
    non posso dire di essere stato un amico intimo di Cristian ma di sicuro gli ho voluto bene e mi ha addolorato la sua scomparsa, è stata una delle persone più squisite e gentili io abbia mai conosciuto, non solo un grandissimo traduttore ed esperto di manga e anime.
    Provo ancora oggi malinconia e nostalgia per le nostre chiacchierate e colgo l’occasione per esprimere alla famiglia Giorgi il mio affetto.
    Sono in contatto con un’amica di Cristian, le ho già fatto sapere che invierò presto a voi una copia del libro.
    Cordiali saluti e ancora grazie per tutto ciò che vostro figlio ha fatto per me.

    Jacopo Mistè

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